ZIBALDONEDIECI: DALL’ALTOPIANO IDEE PER UN NUOVO UMANESIMO
di Leda Siliprandi
(Canove di Roana, 22 maggio 2016) Questo vecchio giornalista sportivo, sognatore e tenace nel portare alla luce luoghi persone e storie, belle da scoprire o da ricordare, e che lo fa grazie ad una felice deformazione professionale: raccogliendo reportage da personaggi che fanno qualcosa di veramente speciale nella loro vita, scritti da loro stessi sulla propria attività e la propria filosofia di vita. Tino Parrasia rende note le sue scoperte stampando uno Zibaldone arrivato alla decima edizione e chiamando a raccolta i vecchi e nuovi reporter di se stessi in un simposio dove con amici artisti e gente di cultura si consuma un pranzo con specialità locali di tradizione, diluendo un pasto prelibato con interventi di interesse letterario, esecuzioni musicali, e ragguagli dati con leggerezza e divertimento.
Un rimpianto amico dei Wigwam, il prof. Paolo Tieto, gli ha segnalato l’autrice di questo report (Leda Siliprandi n.d.r.) fondatrice del Museo storico del bottone “Sandro Partesotti”, dall’origine operante nel Circuito Wigwam, la quale ha scritto le due paginette sulla creazione del Museo per lo Zibaldone e ha partecipato alla presentazione del volume e allo svolgimento della Giornata portando testimonianza materiale del Museo e documentazione sull’ultraquarantennale attività per lo sviluppo solidale e sostenibile delle comunità locali del Wigwam Circuit.
Il convegno si è svolto sull’Altopiano di Asiago 7 Comuni, a Canove di Roana, sede del Museo della Grande Guerra 1915-18 nell’albergo La Vecchia Stazione, così chiamato perché si trova dirimpetto alla vecchia stazione ferroviaria, ora sede del Museo, e ne imita le caratteristiche architettoniche di fine ottocento. (Una curiosità che ha interessato molto chi si occupa di riciclo è che l’arredo della grande hall è costruito con il riciclaggio delle traverse della soppressa ferrovia locale ottenendo risultati di grande effetto estetico!)
Diverse personalità importanti del giornalismo, della storia, dello sport, dell’imprenditoria, della cura del patrimonio artistico e naturalistico erano presenti, e tra questi, lo scrittore Massimiliano Unterrichter che ha ricordato l’amico Mario Rigoni Stern. Ha dato il suo contributo lo storico, naturalista ed escursionista Romeo Covolo, il giornalista Guido Buzzo i cui meriti professionali e personali hanno avuto un riconoscimento con un Diploma da parte del Club, l’imprenditore alimentarista e scultore Giuseppe Da Re, che produce i “bibanesi” dal paese d’origine, Bibano, che sono crostini di pane spianati e insaporiti con olio extravergine d’oliva e semi di sesamo. Un altro imprenditore era presente: Antonio Ceccagno che ha scritto una pagina di altissimo valore etico nello Zibaldone: La certificazione etica per l’impresa ed il modello di Adriano Olivetti. Prima di riportare una citazione del suo scritto si sottolinea anche il suo sostegno all’arte, un’arte veramente particolare che sta ottenendo dopo vari decenni di espressioni murali pregevolissime (Bansky) o addirittura deturpanti dei riconoscimenti pubblici di grande importanza: la Street Art. Ecco un brano del suo interessantissimo scritto:
“Da un po’ di tempo ci si chiede quale sarà il futuro e la posizione dell’Italia nell’ambito delle economie mondiali e per darci una risposta seria non ci resta che indicare cosa sappiamo fare bene e su che cosa siamo apprezzati nel mondo. Chi ha avuto opportunità di viaggiare all’estero sa bene con quanta ammirazione siamo considerati per la nostra creatività, stile e ingegno. Quindi questo è l’unico percorso utilizzabile. Dobbiamo produrre oggetti di alta, altissima qualità, che nessuno sa realizzare come noi, con la consapevolezza che per tutte le persone del mondo possedere un oggetto italiano vuol dire prima di tutto un oggetto esclusivo.”
“I grandi obiettivi si realizzano solo attribuendo una grande importanza alla persona e alla sua centralità nei processi di lavoro in quanto soggetto creativo geniale, mai separato dall’etica e dai valori che assicurano alla base dei risultati. Devo dire che questo pensiero l’ho sempre coltivato dentro di me e con un po’ di orgoglio posso sostenere di aver conseguito per la mia azienda la Certificazione Etica parecchi anni fa. Nel 2003 soltanto una quarantina di aziende sulle migliaia del Triveneto aveva deciso di avviare questo percorso – impegnativo e complesso – che supera tutte le numerose attestazioni finalizzate al miglioramento delle attività aziendali. Voglio ricordare che la Certificazione Etica chiamata tecnicamente SA8000, controlla la regolarità di tutti i processi produttivi, anche di filiera affidati a terzi, per allontanare sospetti e inganni che sottraggono alla vista e alla conoscenza sfruttamenti ignobili….”
Ma il divertimento è una componente importante in queste riunioni e anche stavolta, oltre alle espressioni di raffinata cucina locale che ha dilettato i palati, la musica ha regalato dei momenti molto piacevoli, ma anche emozionanti: all’inizio abbiamo ascoltato musica classica e del primo Jazz dal Family Quartet di fiati composto dalla flautista Annalisa Cuel e dal marito e i due figli e alla fine, con l’apparizione a sorpresa di una squadra di giovani nella sala, c’è stato un grande exploit musicale con il coro composto da appassionati della tradizione musicale dell’Altopiano con esecuzioni intense e di gran livello.